Le rivolte in Algeria, Tunisia ed Egitto, il terremoto in Giappone e la guerra in Libia, infatti, rischiano di compromettere gravemente la ripresa economica e di avere gravi ripercussioni sul prezzo del petrolio e sull’andamento del cambio euro dollaro.
La stabilità del cambio euro dollaro è considerata di fondamentale importanza per riportare l’economia ai livelli antecedenti alla crisi del 2008. La stabilizzazione nel range compreso tra 1,30 e 1,40 rischia di non durare ancora a lungo, soprattutto a causa di un prevedibile rallentamento delle esportazioni e dal persistere della crisi del debito sovrano di alcuni paesi europei.
Le previsioni per i prossimi mesi, salvo accadimenti ad oggi non prevedibili, prevedono un rafforzamento del dollaro soprattutto alla luce dei dati registrati nel corso degli ultimi mesi, tra cui il calo del 9% della disoccupazione USA e la rinnovata stabilità del sistema finanziario statunitense dopo i tagli attuati da Barack Obama. Il rafforzamento del dollaro, inoltre, sarà accompagnato da un raffreddamento delle bolle difensive che si sono andate creando sul bund tedesco, sul franco svizzero, sull’oro e sull’argento.