Gli investitori italiani, infatti, vorrebbero poter imitare i loro colleghi statunitensi che presso le due filiali di New York della Bank of China hanno aperto un deposito versando una somma di denaro che però non può superare i 20.000 euro all’anno. Lo scopo degli investitori statunitensi non è quello di speculare, dal momento che lo yuan non è negoziato sul mercato del Forex e secondo gran parte degli esperti non lo sarà almeno per i prossimi due anni.
Si tratta quindi di un investimento a lungo periodo, in altre parole si sceglie di costruire pian piano un gruzzoletto in yuan nell’attesa che la valuta cinese diventi commerciabile, soprattutto perchè si tratta di una moneta che ha ottime possibilità di apprezzarsi nel lungo periodo, spinta dalla crescita repentina della Cina.
In Italia non è però possibile aprire un conto in yuan, in quanto le banche cinesi presenti nel nostro paese almeno per ora non offrono questo tipo di servizio, rivolgendosi in modo esclusivo agli investitori istituzionali. A riguardo c’è chi consiglia come alternativa quella di puntare sulla moneta cinese attraverso le obbligazioni in yuan di società occidentali, tra cui figurano McDonald’s e Caterpillar. Anche in questo modo, tuttavia, nella maggior parre dei casi si tratta di opportunità riservate agli investitori istituzionali.
- Previsioni andamento valute 2011
- Obbligazioni in yuan sempre più richieste