A riguardo Morgan Stanley ha indicato alcune tra le più importanti multinazionali che, in base all’attenta analisi degli analisti, riusciranno a trarre i maggiori benefici dai rapporti economici con la Cina.
Tra queste fugurano diverse aziende che fanno già parte dell’immaginario collettivo, come Danone, Zara, Adidas, BMW, L’Oreal, Richemont, Tnt e Eads, a cui si aggiungono InterContinental Hotels Group, JCDecaux, Inditex, United Business Media, Pernod Ricard, Schroders, Elekta, Synergy Health, Novo Nordisk, Atlas Copco, Infineon Technologies, Akzo Nobel e Suez Environnement.
Anche in questo caso, tuttavia, non mancano i rischi. Investire in queste aziende e nei paesi emergenti in generale, infatti, dovrebbe rivelarsi un ottimo affare in base a quelle che sono le previsioni di crescita del Pil della Cina. In base a queste previsioni, in particolare, nel 2020 la Cina avrà un prodotto interno lordo pari al 14% di quello mondiale, contro l’8% di oggi, con un credito al consumo che passerà dall’attuale 10% al 40%. Tuttavia, essendo il tutto basato su delle semplici previsioni, bisogna prendere in considerazione anche l’ipotesi che per qualche motivo ciò non accada o accada molto più lentamente del previsto.
Per questo motivo, dunque, chi sceglie di investire sui paesi emergenti deve tener ben presente che si tratta di un investimento a lungo termine e che per evitare di correre eccessivi rischi è necessario diversificare il proprio portafoglio di investimenti.