Petrolio, scende il prezzo

Il prezzo del petrolio sta scendendo e viene spontaneo chiedersi il perché di tale occorrenza. Sebbene ai consumatori faccia piacere pagare meno la benzina, questo calo potrebbe portare a diverse conseguenze.

Cosa sta succedendo con il petrolio

I valori registrati, non ultimo quello dei massimi da 5 mesi del 7 dicembre 2023, sta portando gli analisti a chiedersi il perché di tale andamento. E il mercato a stupirsi e a cercare di adattarsi a ciò che sta succedendo.

La discesa dei prezzi, nell’ambito dei consumi, è una buona notizia perché con il petrolio più basso anche la benzina e gli altri carburanti seguono la stessa linea. Ma è necessario comprendere che esiste la necessità di mantenere un certo equilibrio tra domanda e offerta per le materie prime. Analizzando la situazione ci si rende conto che la colpa di questo calo non è da addurre all’Opec quanto agli Stati Uniti.

E infatti la produzione americana di greggio a cambiare le carte in tavola. Entrando nello specifico dei dati scopriamo che i futures sul Brent sono aumentati verso i 75 dollari al barile mentre il West Texas Intermediate si ferma sui 70 dollari al barile: in questo caso si parla di una discesa del prezzo pari al 24%.

Tutto questo si traduce in un aumento delle scorte di greggio presso l’hub di Cushing, frutto di una produzione molto alta a fronte di una domanda di benzina più bassa. Gli stessi mercati sono rimasti sconvolti perché non avevano preso in considerazione ciò che sta avvenendo Negli Stati Uniti. Concentrando la propria attenzione sull Opec.

Questo aveva firmato un’intesa la scorsa settimana che prevedeva dei tagli alla produzione. In base all’attuale situazione, però, non è assurdo pensare che l’organizzazione possa trovarsi a non rispettare gli stessi vincoli che si è auto-imposta.

Lo strano caso degli Stati Uniti

petrolio

Appare evidente che se continuiamo così la produzione esterna al cartello arriverà a superare la domanda. Alcuni analisti pensano che si tratti di una sfida all’ultimo barile. In realtà la posizione degli Stati Uniti è molto complessa e decisamente sottovalutata.

A settembre la produzione di petrolio giornaliera degli Stati Uniti ha raggiunto il suo massimo storico di 13,2 milioni di barili. Per quale motivo ciò accade trovandoci noi davanti a un governo come quello di Biden che si è impegnato per l’eliminazione graduale ma totale dell’uso dei combustibili fossili?

I numeri raccontano comunque come gli Stati Uniti abbiano rappresentato l’80% dell’espansione della fornitura mondiale di petrolio. Se le trivellazioni americane dovessero continuare però su questo ritmo, potrebbero esservi delle conseguenze nel settore.