L’inflazione rallenta Negli Stati Uniti oltre le previsioni. Si registra infatti un valore annuale del 4,9% ad aprile rispetto al 5% atteso. Un buon segno, senza dubbio, sebbene non sia ancora abbastanza.
Inflazione e il suo peso
Va sottolineato che si tratta dell’aumento di inflazione più contenuto dall’aprile del 2021. Per quel che riguarda l’inflazione core questa si ferma ad aprile al 5,5% rispetto al 5,6% registrato a marzo, con un tasso mensile pari allo 0,4%. Dati che rispecchiano le previsioni degli esperti.
Per quanto contenuto, il rallentamento dell’inflazione potrebbe mettere sul piatto della Federal Reserve un po’ di spazio di manovra per agire nei confronti dei tassi di interesse nel corso della riunione di giugno. Servirà ancora qualche settimana per comprendere se questo dato basterà per fermare definitivamente il rialzo dei tassi.
Secondo il presidente della Fed di New York John Williams è ancora troppo presto per poter dichiarare qualcosa in merito ad un eventuale stop del rialzo dei tassi. Di diverso avviso sembra essere il mercato, per il quale l’analisi dei futures sui Fed funds a 30 giorni sembra indicare che siano al contrario molto alte le probabilità di una frenata al percorso di crescita dei tassi.
Sempre in merito allo stesso tipo di previsione, c’è chi vede i future prezzare al 50% la possibilità di un taglio dei tassi di 25 punti percentuali. Quando? Nella riunione della Federal Reserve di settembre.
Politica monetaria importante e decisiva
Il problema consta nel fatto che per quanto questi valori possano far presagire qualcosa di buono mancano ancora altri dati. I quali potrebbero modificare ancora una volta il pensiero della Fed sulla propria politica monetaria.
È un dato di fatto che per contrastare l’inflazione vi sia bisogno di applicare una politica monetaria restrittiva capace di abbattere gli stimoli legati all’inflazione. Allo stesso tempo è impossibile non tenere conto del fatto che la popolazione negli Stati Uniti stia soffrendo per il rialzo dei prezzi al consumo. E perciò che tale condizione comporta per quel che riguarda il costo del denaro.
E per questa e per altre ragioni che gli analisti guardano con particolare curiosità e attenzione alle decisioni che la Fed potrebbe prendere nella riunione di giugno. La situazione infatti può essere considerata molto precaria conto soprattutto tenendo conto della crisi che ha colpito le banche negli Stati Uniti. First Republic Bank e Silicon Valley Bank sono l’esempio di come una politica dei tassi troppo stretta possa mettere a rischio la stabilità dell’intero sistema. Soprattutto se le banche non sono in grado di far fronte a quelli che sono stati i propri investimenti in passato