Fed alza i tassi e riduce il bilancio

Nonostante l’incertezza, la Federal Reserve americana rimane sul sentiero che ha tracciato le scorse settimane: la Fed ha infatti alzato i tassi di interesse e ridotto il bilancio.

Fed vuole controllare inflazione

Decisioni necessarie per tenere sotto controllo l’inflazione senza causare ulteriori danni in un momento come questo dove il conflitto in Ucraina ha conseguenze in tutto il mondo. Questo si traduce nel fatto che i tassi ufficiali sui Fed Funds sono arrivati allo 0,75-1%, partendo dallo 0,25-0,50%. Statisticamente parliamo del primo aumento da mezzo punto percentuale dopo quello eseguito ventidue anni fa, sempre di maggio dal presidente Fed Alan Greespan.

Inutile girarci intorno: è previsto che la stretta continuerà e che i tassi saranno alzati ancora e “rapidamente“. La necessità di aumento sarà infatti parte del dibattito di entrambe le prossime riunioni della Federal Reserve e in entrambi i casi si discuterà di una crescita dei tassi dello 0,50%.

Allo stesso tempo si opererà una riduzione di bilancio e ciò si traduce nella riduzione del portafoglio titoli a partire dal primo giugno, a un ritmo di 47, 5 miliardi al mese che poi salirà a 95 miliardi mensili.

Al momento il totale delle attività della banca centrale americana è pari a 8,939 miliardi.

Quantitative targeting e reinvestimenti

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Parlando del quantitative targeting la Fed ha spiegato che i reinvestimenti dei titoli di Stato in scadenza saranno possibili dopo che verrà superato il tetto di 30 miliardi al mese, che che salirà a 60 miliardi dopo tre mesi, mentre per quel che concerne i reinvestimenti delle mortgage asset backed securities il tetto è stato fissato in 17,5 miliardi al mese da portare a 35 miliardi dopo tre mesi.

La Fed ha deciso di comprimere la crescita per contenere i prezzi, dato che sostiene che la debolezza economica in realtà abbia alla base spese delle famiglie e investimenti fissi forti che possano ammortizzare il contraccolpo anche grazie all’aumento dell’occupazione registrato negli ultimi mesi.

Rimane necessario però, sempre secondo la Federal Reserve, mantenere alta l’attenzione sull’inflazione che “resta elevata, e risente di squilibri nell’offerta e nella domanda, legati alla pandemia, a prezzi più alti dell’energia e a più ampie pressioni sui prezzi“.

La Fed non ha intenzione di sottovalutare quelle che potrebbero essere le conseguenze nel lungo periodo della guerra in Ucraina e forte anche di una potenziale parità con l’euro nelle vicinanze, ha deciso di concentrarsi sull’inflazione. Lavorando sui tassi di interesse e sul bilancio in modo diretto e fermo.