Ci si aspettava qualche problema nella trattativa Ita-Alitalia tra newco e sindacati ma forse non si era pronti a incontrare scossoni nelle discussioni fin da subito: è stata infatti registrata una importante battuta di arresto proprio nel momento in cui si aspetta la lettera della Commissione Europea.
In arrivo decisione della Commissione Europea
Al suo interno saranno contenute tutte le indicazioni necessarie affinché la compagnia aerea possa partire come già deciso il prossimo 15 ottobre. Secondo il Financial Times a breve la Commissione sottolineerà, tra le altre cose, come il Governo abbia violato le regole sugli aiuti di Stato quando nel 2017 ha concesso prestiti ad Alitalia per 900 milioni di euro.
Importante, tra i nodi che affronterà Bruxelles, anche la discontinuità tra Ita e Alitalia: in caso questo non accadesse sarebbe direttamente Ita a dover restituire gli aiuti. Secondo Il Sole 24 ore, tra le comunicazioni della Commissione dovrebbe esservi anche il via libera alla ricapitalizzione di Ita da parte del Mef per una cifra pari a 700 milioni.
Messa da parte la questione Bruxelles, i problemi con i sindacati rappresentano la parte più infuocata del dossier di Ita: il presidente Alfredo Altavilla sembra essere intenzionato ad andare avanti per la sua strada e il nervosismo generale è ormai palpabile. Il nodo principale? Le regole contenute nel nuovo contratto di lavoro e gli esuberi previsti tra i lavoratori di Alitalia.
Dipendenti e piano industriale di Ita
È importante ricordare che il piano industriale di Ita prevede che alla partenza del vettore il 15 ottobre siano 2800 i dipendenti: la compagnia ha voluto assumere sul mercato e fino al 6 settembre ha utilizzato una piattaforma che ha ricevuto in totale oltre 29 mila richieste di cui circa 7200 appartengono a lavoratori di Alitalia. Questo significa che anche se Ita decidesse di assumere solo dalla vecchia compagnia, gli esuberi tra colo che vi appartenevano sarebbero comunque quasi 7 mila.
La richiesta dei sindacati, per ovviare al problema, è quella di dare vita a quattro anni di Cigs, fino al 31 dicembre 2025 in modo tale da coprire la lunghezza intera del piano industriale di Ita: per il momento però è stata richiesta un’estensione iniziale di un anno, fino al settembre del 2022, con la garanzia dell’80% dello stipendio, ben più alto dei mille euro previsti come tetto massimo per i lavoratori dell’industria.
Tra l’altro il nuovo contratto di Ita, proprio per affrontare al meglio l’intera gestione, prevede uno stipendio più basso rispetto a quello garantito in passato da Alitalia: come andrà a finire questa volta? Cederanno i sindacati o l’azienda? Di certo per ora c’è solo una rottura.