E’ stata finalmente convocata l’assemblea nella quale si voterà dell’aumento di capitale di Carige: l’appuntamento è per il prossimo 20 settembre. L’ultima occasione nella quale, probabilmente, tutti i nodi da sciogliere verranno al pettine.
Come avverrà aumento capitale Carige
La ricapitalizzazione, come ormai noto sarà pari a 700 milioni e avverrà attraverso l’emissione di 700 miliardi di nuove azioni al prezzo di sottoscrizione di 0,001 euro cadauna: per poter convocare l’assemblea si è dovuto attendere il via libera della BCE, giunto alla fine della scorsa settimana. Le tranche di azioni legate all’aumento di capitale di Carige saranno quattro, tutte destinate ai diversi interlocutori che fanno parte del piano di salvataggio dell’istituto genovese. Ecco quindi che una prima parte andrà allo Schema volontario del Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd), che convertirà il bond da 313 milioni, un’altra a Cassa Centrale Banca. Una terza tranche andrà ovviamente agli azionisti di Banca Carige mentre un’ultima parte al “braccio obbligatorio” del Fondo interbancario. Come già reso noto e confermato ufficialmente, ai soci della banca verrà proposta l’emissione di 21,25 miliardi di warrant da assegnare gratuitamente agli azionisti che avranno sottoscritto titoli della terza tranche.
Reazione gruppo Malacalza ad aumento capitale Carige
In queste ultime settimane i commissari, il Fitd e Cassa Centrale Banca hanno lavorato alacremente affinché l’aumento di capitale di Carige potesse avvenire senza scossoni di sorta: gli attuali azionisti sono rimasti l’incognita più grande dell’intero piano. Nella speranza che le dichiarazioni passate degli stessi di collaborare senza opporsi al voto si traducessero in realtà, la più grande preoccupazione ha sempre riguardato la posizione del gruppo Malacalza: non bisogna infatti dimenticare che la famiglia possiede attualmente una posizione di maggioranza al suo interno con il suo 27,7% del capitale né che fu proprio la sua mancata approvazione dell’aumento di capitale lo scorso autunno a portare al commissariamento.
Motivo per il quale la famiglia Malacalza è un’osservata speciale in questo momento. Va detto che gli stessi potrebbero decidere di non partecipare all’assemblea per poi aderire all’aumento una volta che lo stesso sia già stato approvato dal resto degli azionisti. Tecnicamente è sufficiente che in assemblea siano presenti i possessori di almeno il 20% delle azioni sul mercato mentre per l’approvazione dell’aumento di capitale basta che sia favorevole il 20% dei presenti: questo significa che, a differenza dell’ultima volta, la famiglia Malacalza non dovrebbe avere influenza positiva o negativa sulla riuscita dell’operazione.
Ciò non toglie che sarà interessante vedere cosa accadrà in queste settimane ed ancor di più nel corso dell’assemblea di settembre.