La BCE lascia i tassi di interesse invariati: cosa succede? Il vero punto da considerare è il fatto che gli stessi saranno molto probabilmente mantenuti agli attuali livelli almeno fino alla fine del 2019: fattore questo considerato da alcuni positivo da altri negativo.
Ovviamente tale decisione, insieme all’erogazione di prestiti nei confronti delle banche a condizioni agevolate, nasce principalmente per sostenere il pil europeo, rivisto al ribasso a causa di un rallentamento della crescita globale e per via di situazioni interne preoccupanti come quelle di Italia e Germania.
Perché quindi è vista come negativa questa decisione? Ad essere chiamato in causa è l’euro che potrebbe indebolirsi troppo rispetto al dollaro in mancanza di veri stimoli: non si vuole il supereuro, ma nemmeno una moneta unica troppo debole che possa creare malumori antieuropeisti. Di certo la popolazione, specialmente quella che ha sottoscritto un mutuo a tasso variabile può tirare un sospiro di sollievo vivendo una condizione di credito favorevole. Detto ciò non si può non considerare che il mandato di Mario Draghi come presidente della BCE sta per finire e che il suo successore non è detto che mantenga propriamente la sua stessa linea, pur preoccupandosi della stabilità dell’Eurozona.
Perché non bisogna illudersi: lo scopo principale di questo essere accomodante della BCE è diretta conseguenza della necessità di mantenere il più possibile una stabilità economica per gli Stati membri al fine di presentarsi “contro” gli Stati Uniti di Donald Trump come una potenza che non ha paura di tenere testa alle politiche assurde di un presidente poco preparato ma molto pericoloso a livello economico,