La situazione di Alitalia è molto delicata e questo si sa. Come si è a conoscenza del fatto che il vicepremier Luigi Di Maio ami fare “sorprese” in quanto annunci. Questa volta il ministro del Tesoro Giovanni Tria si è infuriato. Scopriamo perché.
La ragione è presto servita su un piatto d’argento: in pratica nessuno dei soggetti coinvolti era a conoscenza della decisione ed in particolare non sapevano nulla dell’annuncio né il ministero dell’Economia, nel il ministro Danilo Toninelli per ciò che riguarda il suo dicastero. Stesso vale anche per i vertici di Cassa Depositi e Prestiti ed i commissari di Alitalia. La reazione di Giovanni Tria è stata forte e raggelante da Bali dove è in corso il vertice del Fondo Monetario Internazionale:
Penso che delle cose che fa il Tesoro debba parlarne il ministro dell’Economia. Io non ne ho parlato.
Ricordiamo che l’annuncio riguardava il fatto che il Tesoro sarebbe entrato al 15% in Alitalia con un investimento iniziale di 2 miliardi. E volendo tralasciare dei comunicati che lasciano fuori i ministeri coinvolti segnalando l’unione di intesa tra il premier ed i vicepremier vanno sempre tenuti da conto i numeri e le norme che non sarebbero a favore di una nazionalizzazione di Alitalia. La situazione del vettore di bandiera è così delicata che non ci dovrebbe essere posto per scaramucce politiche o minacce di rimpasto.
Detto ciò è necessario sottolineare come anche da Cassa Depositi e Prestiti fanno sapere che in realtà non vi è stato nessuno contatto né “la richiesta di predisporre il dossier Alitalia”. E lo stesso hanno sostenuto i commissari della compagnia, Gubitosi, Laghi e Paleari che fanno presente come del piano per Alitalia di Di Maio non sappiano nulla.