Deutsche Bank è stata bocciata dalla FED: è stata l’unica banca a non passare gli stress test della Federal Reserve e si tratta della seconda volta consecutiva. La crisi per il colosso tedesco, almeno per quel che concerne l’America c’è ed è innegabile.
Ad essere finiti sotto accusa, questa volta, i parametri riguardanti la qualità della gestione e i piani di capitale: nel corso del loro esame gli esperti della banca centrale statunitense hanno rilevato “ampie carenze” sia nella gestione dei dati sia nei sistemi interni di controllo della banca tedesca. A cosa porterà tutto questo? Senza dubbio ad una limitazione dei profitti che la divisione nordamericana portava alla sede centrale di Francoforte.
Un vero danno per l’istituto se si pensa che la stessa rappresentava uno dei “rami” del gruppo più proficui. La banca tra l’altro si trova in crisi in un momento in cui l’economia tedesca non lo è affatto. Purtroppo anche l’andamento del titolo in Borsa racconta la stessa storia. Da gennaio le azioni hanno perso circa il 41% del loro valore scendendo sotto la soglia “psicologica” dei 10 euro. Secondo la maggior parte degli analisti la colpa è da ricercare nello Scandalo Libor del 2015, scoppiato negli Stati Uniti: le conseguenze sono state così radicate e forti che Deutsche Bank sembra ancora non avere ammortizzato ciò che è successo. Vero è che tra risarcimenti e multe sono usciti dalle casse dell’istituto ben 2,5 miliardi.
La ricetta di guarigione del nuovo ceo Christian Sewing prevede il taglio di 7 mila dipendenti e la riduzione delle attività statunitensi e di trading del gruppo: basterà?