Quella di Mps è una situazione che sta lasciando il segno nel comparto bancario, nonostante una risoluzione più o meno senza “scossoni”: il tasso di interesse fisso del bond senior è pari a 0,657% per coloro che si sono ritrovati azionisti a causa della conversione obbligatoria delle obbligazioni subordinate Upper Tier 2 (UT2) 2008-2018. in titoli.
E’ stato Monte Paschi di Siena stessa a confermarlo, sottolineando che l’importo totale dell’emissione è pari a 1,535 miliardi di euro, in base al tasso di riparto definitivo pubblicato ieri dopo i risultati definitivi dell’offerta pubblica volontaria parziale di scambio e transazione chiusasi lo scorso 20 novembre. Tecnicamente parlando sono coinvolte 198.521.533 azioni, pari all’83,52054% delle UT2 oggetto di offerta. Come è possibile ricordare, dopo 10 mesi di assenza il titolo dell’istituto è tornato in quotazione a fine ottobre ed il ministero dell’Economia, che al momento possiede il 68% del capitale della banca ha deciso di confermare il presidente Alessandro Falciai e l’ad Marco Morelli, i due manager che hanno portato in salvo la banca dopo una complessa trattativa con l’Europa per mantenere una buona linea di continuità.
Quest’ultimo ha spiegato nella sua prima uscita pubblica, nel corso di un’audizione parlamentare dopo la riammissione in borsa del titolo, che Mps a settembre ha già recuperato 11 miliardi di raccolta. Un buon risultato che deve però rappresentare solo l’inizio di un percorso che necessita di essere composto di successi al fine portare l’istituto nuovamente ai fasti di un tempo senza che i suoi creditori ed i piccoli risparmiatori continuino a pagare per colpe che non hanno.