La tensione tra Corea e Stati Uniti sta ovviamente lasciando la sua impronta anche sui mercati valutari e non solo: Wall Street ha mostrato di subire il tutto nonostante i tentativi di recupero ed il dollaro, purtroppo per l’economia americana, è apparso tutt’altro che indifferente.
Per ciò che concerne la moneta statunitense, va detto, ha influito anche il dato relativo all’inflazione dimostratosi decisamente fiacco rispetto a quello che si aspettava. Ciò non toglie che ciò che sta avvenendo a livello politico tra Donald Trump ed il dittatore della Corea del Nord abbia sui mercati un effetto molto più forte di quello che si possa pensare. Ancor prima delle bombe, è necessario aver paura di quelle che saranno le conseguenze a livello economico. È impossibile non notare come la crescita dei prezzi al consumo nel negli Stati Uniti abbia deluso i mercati e questo significa per ciò che concerne la Fed la necessità di stabilire una politica monetaria di un certo tipo e di un certo livello in base a quelli che saranno tutti i messaggi provenienti da ogni singolo settore.
Proprio come sta accadendo in Europa, anche la Banca Centrale americana ha dovuto dare delle letture accomodanti al fine di non abbattere l’economia che, al contrario, proprio in questo momento, ha necessità di essere sostenuta. Questo ovviamente per i tassi significa rimanere in una situazione invariata rispetto alle scorse settimane e quindi non avere la certezza, sebbene l’andamento del dollaro avesse fatto pensare in maniera differente, di un rialzo decente dei tassi il prossimo dicembre.
Ancora si può ipotizzare una stabilizzazione del cross-euro dollaro nel corso delle prossime settimane, ma la politica dovrà metterci del suo evitando di aggiungere stress.