Il mercato valutario sta vivendo un periodo di attesa, quello innaugurato con le “minacce” di guerra valutaria del Trumpismo che non solo non si sono ancora concretizzate, ma anche un po’ assopite, già dall’incontro tra Trump e il premier giapponese Abe. La coppia USD/JPY era la più attenzionata dal mercato, e in settimana, la governatrice delle Federal Reserve Yellen, ha messo sul piatto il rialzo dei tassi del dollaro. A Trump serve una moneta debole, per le esportazioni, ma non troppo, per i deficit commerciali, e il rialzo dei tassi dovrebbe essere in linea con i dati dell’inflazione. La Yellen, all’audizione al congresso, ha dichiarato che il rialzo dei tassi sarà sul tavolo delle prossime riunione della banca, e che attendere troppo sulla decisione potrebbe rendere le misure ininfluenti e tardive.
Dopo i QE insomma, con l’inflazione che sembra ripartire, le banche centrali tornerebbero al rialzo dei tassi per controllarla, e mantenere così il dollaro e le altre valute stabili. La Yellen ha dichiarato che la Fed valuterà se l’occupazione e l’inflazione continueranno a seguire le aspettative della banca, prima di attuare il rialzo. La Fed dovrebbe aumentare i tassi in vari steps dello 0,25%, e gli analisti scommettono su 3 step fino alla fine dell’anno.