Il dollaro continua la sua lenta ascesa anche in questa settimana, senza strafare. A Trump infatti interessa un dollaro debole, ma non troppo, visti i forti deficit commerciali con Germania e Cina soprattutto, ma anche con l’Italia, e quindi non vuole pagare somme esorbitanti con una sua moneta sostanzialmente troppo debole. Al contempo, Trump vuole rilanciare l’export, e quindi tenere bassa la quotazione del biglietto verde. Le cose, per il momento, sembrano funzionare, in attesa dell’incontro tra il neo-presidente e il premier giapponese Abe, che vuole discutere proprio della tensione tra Dollaro e Yen che potrebbe sfociare in una guerra valutaria generale. La leggera risalita del biglietto verde, si fonda sulla promessa di una riduzione fiscale da parte di Trump, che dovrebbe arrivare a breve, per l’economia domestica. Per il momento, l’attesa e la cautela, regnano sovrane sul mercato valutario, con la coppia USD/JPY scambiata a 113,85, e la coppia EUR/USD a 1,0626. La sterlina continua a scendere e trainare il settore export della Gran Bretagna. Per chi incolpa la Brexit, di questa “debolezza” inglese, va ricordato che una svalutazione della propria divisa, era stata auspicata e già attuata tre anni fa, da parte dei conservatori al governo, e l’economia inglese, da quel momento, ha cominciato a risalire la china.