Le borse europee appaiano contrastate da ieri e se questa situazione in genere è gestibile dagli investitori, adesso anche questi ultimi iniziano ad innervosirsi e sembra sia tutta colpa della Fed.
Dal punto di vista macroeconomico oggi è una giornata tranquilla. Siamo nel giorno dell’anniversario del crac Lehman e gli unici dati che possono incidere sul mercato sono quelli legati all’inflazione di agosto nell’Eurozona, confermata allo 0,2%.Anche i dati delle vendite al dettaglio negli Stati Uniti, che sono cresciute dell’1,9%, meno delle attese, possono incidere sugli investimenti.
Intanto la Bce di Mario Draghi ha comunicato di mantenere lo status quo almeno fino all’autunno, poi si potrebbe decidere la proroga del Quantitative easing e si potrebbe pensare ad un allargamento degli asset da acquistare. Bank of Japan e Federal Reserve sono già d’accordo.
La Boj potrebbe ridurre gli acquisti di titoli di stato a lungo termine e in questo modo i titolari dei fondi pensioni tirerebbero un sospiro di sollievo. Ma è anche probabile che Tokyo decida di portare i tassi di interesse in negativo per rilanciare consumi e investimenti. Con queste due operazioni la redditività delle banche e il mercato real estate sarebbero in bilico.
Ma cosa è successo in Italia. Repubblica.it prova a sintetizzare il movimento finanziario in Italia e in Europa:
Dopo una partenza con il segno meno, i principali indici hanno repentinamente cambiato la direzione di marcia. Milano perde lo 0,7% appesantita anche dal taglio sulle stime del Pil da parte di Confindustria, Parigi cede lo 0,2%, mentre Francoforte è invariata e Londra recupera lo 0,4%. A Piazza Affari sono bene comprati i titoli Mps dopo che ieri il consiglio di amministrazione ha designato Marco Morelli amministratore delegato e direttore generale dell’istituto senese.Sul fronte dei cambi, l’euro passa di mano a 1,1232 dollari (ieri a 1,1253 dollari) e a 114,93 yen (115,36 yen). Lo spread – la differenza di rendimento tra Btp e Bund tedeschi – è in lieve rialzo a quota 128 punti base, mentre i Btp decennali rendono l’1,32%.