Se gli Stati Uniti ritengono manipolatori gli interventi pubblici sul mercato valutario, Banca del Giappone potrebbe valutare la possibilità di sottoscrivere titoli di Stato esteri come opzione per indebolire il cambio.
Lo dice in un’intervista a Reuters Koichi Hamada, consigliere economico del primo ministro Shinzo Abe. Queste le dichiarazioni del professore emerito all’Università Yale, il quale è apparso molto lucido nella sua disamina:
Le autorità monetarie giapponesi dovrebbero intervenire sul mercato dei cambi non per influenzare il generale andamento dello yen ma semplicemente per scoraggiare gli speculatori, quanti scommettono eccessivamente sull’apprezzamento della valuta, in caso di movimento eccessivo. Se l’intervento sul mercato valutario viene considerato una manipolazione dei cambi l’acquisto di titoli del Tesoro esteri da parte di Banca del Giappone va considerata un’opzione più moderata ma con il medesimo obiettivo.
Della politica di gestione del cambio giapponese è responsabile il governo e non la Banca centrale.
Nel corso delle ultime sedute la struttura tecnica del cambio dollaro/yen è migliorata. Le quotazioni, dopo una breve fase laterale al di sopra di quota 100, hanno infatti compiuto un veloce balzo in avanti e sono salite oltre quota 103. L’analisi dei principali indicatori quantitativi evidenzia un interessante rafforzamento della pressione rialzista, con l’Macd e il Parabolic Sar che si sono girati in posizione long. Dopo una breve pausa di consolidamento è possibile pertanto un ulteriore allungo, con un primo target in area 103,45-103,50 e un secondo obiettivo a ridosso di 103,80. Pericoloso invece il ritorno sotto quota 101,70 in quanto potrebbe innescare una veloce correzione (pullback) verso quota 101-100,90.