L’offerta presentata da Bpm alla fondazione che controlla la banca emiliana è di 156 milioni di euro, ossia un prezzo leggermente più alto rispetto al valore di mercato, dato che gli analisti valutavano Monte Parma 300 milioni di euro, cioè 4,5 milioni di euro a sportello.
Secondo quanto emerge, questa somma sarà pagata comunque per metà in contanti e per metà in azioni Bpm di nuova emissione, con l’obiettivo da parte dell’istituto lombardo di tenere il core tier 1 al di sopra del 7%.
Il CT1 era a quota 7,7% a giugno, dovrebbe calare al 7,38% alla fine del 2010, come conseguenza dell’acquisto della quota in Factorit e del riacquisto del 51% di Bpm Vita.
La Banca Monte Parma dovrà avere un utile netto di più di 20 milioni di euro, cioè un Roe dell’8%, per giustificare l’investimento, e Bpm raggiungerà questo obiettivo probabilmente nel 2012.
Inoltre Bpm sottoscriverà l’aumento di capitale da 100 milioni di euro di Banca Monte Parma con un prezzo delle nuove azioni pari al patrimonio netto contabile della banca al 30 giugno scorso.
Con questa operazione Monte Parma sarà valorizzata a un multiplo inferiore a 1,6 volte il valore di libro.
Secondo Mediobanca l’acquisizione potrebbe ridurre il CT1 di Bpm di 40 bp, portando però un multiplo di 1,5 volte sul book value.