E’ un momento negativo per il Rand sudafricano: sembra che sia solo una questione di giorni prima che le agenzie di rating declassino il credit rating del Sudafricaa “junk” (spazzatura).
La società di rating Standard & Poor’s è in procinto di tagliare il rating del Paese africano anon-investment grade entro la fine dell’anno.
L’ipotesi emerge da un sondaggio condotto da Bloomberg su un campione di 13 economisti, di cui 12 hanno dichiarato di aspettarsi il taglio al rating entro la fine del 2016.Se dovesse verificarsi quanto ipotizzato dagli economisti sondati da Bloomberg, il Sudafrica raggiungerebbe lo stesso livello di rischio di Turchia ed Indonesia e risulterebbe più rischioso della Russia.
Bloomberg ha condotto un sondaggio tra 13 economisti sullo stato dell’economia del Sudafrica. Dall’indagine è emerso che 12 dei 13 esperti interpellati si aspettano un taglio al rating del Paese africano da parte delle agenzie di rating entro la fine dell’anno in corso. Se dovesse arrivare la sforbiciata, il credit rating del Sudafrica verrebbe declassato a spazzatura, con il risultato di avere lo stesso grado di rischio di nazioni come Turchia ed Indonesia pari a BB+.
Tutti e 13 gli economisti intervistati hanno predetto che Moody’s, la nota agenzia di rating statunitense, declasserà il rating del Sudafrica entro dicembre 2016. Elna Moolman, economista di Macquarie Group, sostiene che la preoccupazione principale sul Sudafrica riguarda la deludente crescita economica a cui ultimamente si è aggiunto il peso di una maggiore pressione fiscale.
Se le cose dovessero rimanere come adesso, prosegue la Moolman, è molto probabile che si arriverà ad un downgrade del rating del Sudafrica.
Di recente, sia il Tesoro sudafricano che la banca centrale hanno previsto un’espansione dell’economia per il 2016 di appena l’1%, il ritmo più lento di crescita dal 2009 causato dalla depressione dei prezzi delle materie prime e dalla bassa domanda estera per i prodotti principali del Sudafrica.
La crescita poco brillante del Sudafrica limiterà gli introiti fiscali per lo Stato e sarà più difficile per il Tesoro raggiungere i target di riduzione del deficit di bilancio al 2,4% del PIL e del limite al debito lordo al 50% del PIL.