Il cambio euro-dollaro prosegue sulla strada di una nuova crescita iniziata durante la scorsa settimana dopo la conferenza stampa di Mario Draghi; l’economia della Germania si è confermata ieri motore trainante per l’economia dell’Eurozona ed oggi saranno valutati gli effetti del QE dellaBanca Centrale Europea.
In pochi giorni la major EUR/USD ha recuperato tutto il terreno perso nel corso di novembre e sembra non voler arrestare la sua corsa, avendo segnato ieri nuovi massimi. Per le prossime ore sono attesi dati sull’inflazione nell’area euro e sull’occupazione USA che potrebbero avere una certa influenza sul cambio, ecco quali sono.
Il calendario economico odierno presenta market mover interessanti che riguardano da vicino gli effetti della politica monetaria espansiva della BCEsull’inflazione e saranno buoni elementi per misurarne i risultati, vale a dire gliindici dei prezzi al consumo (CPI) di Francia, Danimarca, Paesi Bassi, Grecia ed Irlanda. Nel pomeriggio invece, sono attesi dal fronte statunitense l’indice dei prezzi delle importazioni e quello sulle esportazioni, per finire con le richieste iniziali di disoccupazione alle ore 14:30.
Il rimbalzo del cambio euro-dollaro prima che fosse raggiunto il minimo del 2015 a quota 1.0462 si è tradotto, dal punto di vista dell’analisi tecnica, nella conferma del trend positivo di lungo periodo e questo per EUR/USD potrà rivelarsi un forte elemento caratterizzante delle prossime settimane: potremmo essere infatti solo all’inizio di un’eventuale lunga risalita. E’ significativo constatare che proprio ieri il livello di 1.0981 è stato rotto al rialzo, così come la resistenza dinamica che unisce i minimi di marzo, aprile e ottobre e adesso la major offre una prospettiva prevalentemente “bullish”.