Come ampiamente anticipato dalla maggior parte degli analisti finanziari, la Reserve Bank of New Zealand ha tagliato i tassi di interesse di un quarto di punto portandoli al 2,75%.
E’ il terzo taglio dell’OCR da inizio 2015, ma la sensazione è che non sarà nemmeno l’ultimo del 2015. Graheme Wheeler, governatore della RBNZ, ha messo in luce che l’economia neozelandese inizia sempre più ad adeguarsi al calo delle esportazioni – frutto della netta diminuzione della domanda globale di commodity e del rallentamento della Cina – e al significativo deprezzamento della valuta di casa.
Il responsabile dell’istituto monetario di Wellington ha così abbassato le stime di crescita economica al 2% dal precedente 3%.
Wheeler non ha paura della debolezza del dollaro neozelandese. Il calo vertiginoso dei prezzi delle materie prime ha mitigato il forte calo della valuta, senza avere un impatto significativo sul tasso di inflazione che resta lontano dal target del 2%. Sul forex il tasso di cambio NZD/USD sembra essere incapace di reagire, con gli investitori pronti a prezzare sin da ora i prossimi tagli della RBNZ. Attualmente il “Kiwi” quota in area 0,63, poco sopra i minimi di periodo posti a 0,6222. In caso di breakout ribassista di questo livello chiave, il cambio NZD/USD dovrebbe accelerare vistosamente verso il basso toccando almeno quota 0,60.
L’attuale fase di congestione in corso fa presupporre un imminente movimento direzionale esplosivo, che quasi certamente sarà al ribasso con l’eventuale perdita di area 0,6220. In questo caso il Kiwi dovrebbe scendere sui livelli più bassi da oltre 6 anni, con l’obiettivo di puntare ai bottom di inizio 2009 quando la quotazione scese fin sotto 0,49 prima di ripartire con decisione al rialzo. Il cambio potrebbe crollare già questa settimana, considerando che domani inizia il meeting del FOMC che porterà all’annuncio ufficiale del nuovo tasso di interesse negli Usa nella serata di giovedì.