Durante gli ultimi giorni, la decisione della Cina di cambiare il modo in cui la PBoC fissa la quotazione ufficiale dello Yuan ha provocato l’andamento del forex e dei mercati azionari.
Nella mattinata di ieri i rendimenti dei mercati azionari asiatici sono contrastati; le valute dei paesi emergenti asiatici continuano a cedere leggermente terreno, poiché gli operatori devono ancora digerire del tutto la notizia. I partecipanti al mercato devono ancora integrare pienamente la nuova dinamica utilizzata per fissare il prezzo ufficiale in modo da poter anticipare, fino a un certo punto, le quotazioni future della PBoC.
Ora, però, i mercati sono pienamente consapevoli che in futuro lo yuan sarà più volatile perché il mercato giocherà un ruolo più importante nella fissazione del prezzo. Venerdì mattina, la PBoC ha fissato la media della quotazione ufficiale a 6,3975, in calo dello 0,05% rispetto al giorno precedente. Sui mercati azionari, in Asia i rendimenti sono contrastati: il Nikkei giapponese cede lo 0,37%, il più ampio indice Topix ha perso lo 0,04%. A Hong Kong, l’Hang Seng è sceso dello 0,04% mentre nella Cina continentale il Composite di Shanghai guadagna lo 0,56% e il Composite di Shenzhen lo 0,89%. Le azioni australiane hanno ceduto lo 0,58% e in Nuova Zelanda la borsa è scesa dello 0,72%.
Sul mercato dei cambi, l’AUD/USD ha guadagnato lo 0,29% dopo i commenti ottimisti di Christopher Kent sul mercato occupazionale. Il vice governatore della RBA ha dichiarato che “sul mercato del lavoro ci sarà una capacità inutilizzata leggermente inferiore a quanto previsto inizialmente” e, ha aggiunto, “anche se nell’ultimo anno la crescita del PIL è stata modesta, il tasso di disoccupazione sembra essersi stabilizzato e la domanda di lavoro è in aumento”. Tuttavia, la reazione del mercato è stata piuttosto tiepida, perché gli operatori ponderano le conseguenze di uno yuan più debole per l’economia USA ed australiana.