Il cross euro-dollaro (EUR/USD) ha infranto la zona di supporto a quota 1,0950/40 e ha fatto registrare nuovi minimi settimanali. Nello specifico il biglietto verde statunitense si è rafforzato sulla falsa riga dei dati riguardanti il prodotto interno lordo degli Stati Uniti che, anche se sotto alle attese, ha mostrato una crescita ben diversa dalla contrazione registrata durante il primo trimestre 2015.
Il prodotto interno lordo degli Stati Uniti ha messo in luce un incremento pari al 2,3% nel secondo trimestre, in base alla stima preliminare, al di sotto del 2,6% contemplato inizialmente dagli analisti.
Nonostante ciò, la nota positiva è visibile in confronto al prodotto interno lordo del primo trimestre, che è stato rivisto al rialzo ad un +0,6% rispetto al -0,2% stimato in precedenza.
L’inflazione misurata dall’indice dei prezzi PCE è in aumento del 2,2% (contro 2,0% previsto), mentre il PCE è aumentato ad un ritmo annuo dell’1,8% (contro 1,6% previsto).
Contemporaneamente è stato pubblicato il numero delle richieste di sussidi di disoccupazioni inoltrate la scorsa settimana; sono in aumento a 267mila nell’ultima settimana, ma al di sotto della previsione a duecentosettanta mila.
Il cambio euro-dollaro (EUR/USD) ha reagito in maniera negativa e toccato i minimi a quota 1,0923, ma si è ripreso celermente attestandosi in area 1,0950, lo 0,23% al di sotto del prezzo di apertura, pochi pips sotto dei livelli pre-pubblicazione del PIL USA.
Non rimane che esplorare quelli che sono i livelli tecnici del cross tra le due valute. Il prossimo supporto è a quota 1,0923 (minimo del 30 luglio) e a 1,0900 (livello psicologico). Sul lato rialzista, una possibile resistenza si trova a quota 1,0989 (SMA a 20 giorni / massimo del 30 luglio), 1.1015 (SMA a 100 giorni) e 1,1083 (massimo del 29 luglio).