Nulla di fatto durante l’incontro di sabato tra i ministri economici dell’Eurozona. Il meeting non ha portato a una soluzione circa la questione del debito della Grecia, alla quale non è stata concessa alcuna proroga sui pagamenti relativi alla rata da circa 1,7 miliardi di euro che il paese ellenico deve al FMI entro il 30 giugno.
Il primo ministro greco Alexis Tsipras non ha voluto accettare le proposte dei creditori, annunciando un referendum per il 5 luglio sul negoziato con l’UE. Ciò ha fatto scattare il panico tra la popolazione greca, che si è subito riversata verso gli sportelli delle banche per ritirare denaro contante.
I greci hanno paura che il fallimento dei negoziati con il Gruppo di Bruxelles – che comprende la Commissione UE, la BCE e il FMI – possa portare al fallimento del paese con la conseguente uscita dall’Eurozona. Il timore di un’uscita dall’euro, con l’introduzione di una nuova moneta super svalutata, sta spingendo i greci a ritirare il proprio denaro sebbene il vicepremier George Katrougkalos ha subito provato a rassicurare i risparmiatori ellenici: le banche non chiuderanno e non saranno introdotte misure restrittive sul movimento dei capitali.
Nonostante ciò il panico si sta diffondendo a macchia d’olio, tipico delle corse agli sportelli di massa, tanto che nelle ultime settimane sono stati già ritirati diversi miliardi di euro dagli istituti di credito nazionali. Si teme una pericolosa carenza di liquidità, anche perché finora le banche greche sono state finanziate con il meccanismo Ela della BCE. Il ministro della Difesa, Panos Kammenos, che tra l’altro è il leader del partito degli euroscettici, ha provato a rasserenare gli animi affermando che il voto dei cittadini del 5 luglio non metterà a rischio il futuro della Grecia nell’Unione Europea. Intanto la corsa ai bancomat prosegue e il rischio Grexit diventa sempre più concreto.