Anche durante la giornata di oggi, il tasso di cross euro/dollaro è sotto la soglia di 1,12, dopo che ieri è avvenuto un improvviso sell-off da 1,1350 a poco meno di 1,1140.
La debolezza della moneta unica è lo specchio delle perplessità degli investitori sulla situazione della Grecia: l’accordo con i creditori era stato già dato per scontato; tuttavia a quanto pare il premier ellenico Alexis Tsipras non sembra ancora intenzionato a firmare la bozza di intenti con il Gruppo di Bruxelles (ex “Troika”, comprendente UE-BCE-FMI).
Oggi la borsa di Atene è arrivata a perdere più del 3%, mentre gli spread sovrani hanno effettuato un maxi-balzo dopo il buon andamento di inizio settimana. Lo spread Btp-Bund è intorno a 130, mentre quello tra Bonos e Bund è volato a 160 punti base. Leggermente negative le altre borse europee. Sul forex l’euro resta debole, soprattutto contro dollaro americano e sterlina. Il cambioeuro/dollaro ha accusato anche il colpo derivante dalla pubblicazione di un indice IFO tedesco inferiore alle attese. Inoltre il fatto che il pil americano sia stato rivisto al rialzo ha favorito il proseguimento del rally del biglietto verde.
Gli analisti finanziari ritengono che, se gli Stati Uniti riusciranno ad accelerare sul fronte della crescita economica mostrando ancora un mercato del lavoro in salute, i tassi di interesse negli USA dovranno crescere necessariamente a un ritmo superiore rispetto a quello attualmente prospettato dal mercato. In media gli esperti si aspettano uno o al massimo due ritocchi verso l’alto del costo del denaro entro fine anno: sarebbe il primo incremento dei tassi dal 2006. Il cambio euro/dollaro potrebbe così scendere ancora nelle prossime settimane, soprattutto in caso di nuovo breakout ribassista dei prossimi supporti: sotto 1,1050 c’è la possibilità di un allungo almeno fino a 1,0820.