Stando a quanto riferito dalla Bers, la banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo, la Russia soffrirà una pesante recessione durante il 2015.
La colpa è da ascrivere al crollo dei prezzi energetici e per le sanzioni economiche comminate dai paesi occidentali, successivamente all’annessione della penisola di Crimea e per il ruolo di destabilizzazione politica ricoperto da Mosca nel corso della guerra civile in Ucraina.
Nel 2015 il pil russo dovrebbe contrarsi del 4,5%, mentre nel 2016 la recessione dovrebbe allentare la presa segnando un meno pesante calo dell’1,8%.
Durante il meeting annuale tenutosi a Tibilisi, in Georgia, la Bers ha anche ricordato che la recessione colpirà duramente l’Ucraina (-7,5%) mentre la Russia soffrirà ancora per le minori entrate derivanti dai beni energetici. Tuttavia la Bers ritiene che la stabilizzazione dei prezzi del petrolio Brent intorno a 60$ al barile dovrebbe migliorare la congiuntura, anche grazie alle attese di una più prudente gestione della crisi macroeconomica da parte delle autorità monetarie di Mosca.
Appare opportuno rammentare che nel 2014 il rublo ha subito una pesantissima svalutazione, che non si ricordava ormai dai tempi del default del 1998, tale da indurre la banca centrale russa a intervenire a più riprese a mercati aperti in soccorso della propria moneta prosciugando buona parte delle riserve valutarie. Da inizio 2014 ad aprile scorso le riserve sono scese del 30% circa, da 500 milioni a poco più di 350 miliardi di dollari. Capitolo tassi: di recente l’istituto monetario russo ha tagliato il costo del denaro al 12,5% dal precedente livello del 14%.
Sul fronte delle finanze pubbliche Mosca può contare su un surplus delle partite correnti, generato dalla riduzione dell’import. Nel primo trimestre del 2015 le entrate statali sono cresciute del 27%. Passiamo alla situazione della valuta. Ilrublo russo è arrivato a guadagnare quasi il 30% in poche settimane sul dollaro, ma ora il cambio si è stabilizzato intorno a 50. Gli investitori corti sul rublo stanno riprendendo posizione, per cui non va escluso un ritorno della pressione ribassista sulla valuta russa con conseguente rally del cambio Usd/Rub verso quota 60-65 da qui a qualche mese.