Durante la giornata di ieri il governatore della Banca centrale europea Mario Draghi è intervenuto a Francoforte al Congresso bancario europeo dichiarando che c’è una certa urgenza di intervenire contro il rischio di bassa inflazione prolungata nel tempo.
Il banchiere italiano, numero uno della Bce, ha dato la sua parola ai mercati promettendo che riporterà il tasso di inflazione al target del 2% e che non c’è assolutamente tempo da perdere. L’ultima lettura del dato sull’indicatore dei prezzi al consumo nell’Eurozona è stato dello 0,4%. Nel 2013 si attestavano allo 0,9%.
Draghi ha confermato che la Bce sarà in grado di utilizzare tutti gli strumenti possibili per ricondurre l’inflazione verso il target senza alcun ritardo ingiustificato. Il leader dell’Eurotower non ha celato la sua preoccupazione per il processo di disinflazione in corso nel Vecchio Continente, già messa rischio per via di una disoccupazione record e un’economia fragilissima. Le parole di Draghi lasciano pensare che ci sarà il lancio di un piano di quantitative easing già a dicembre, visto che si è detto pronto ad aumentare il ritmo e il volume dei titoli da acquistare.
Le attese di un QE nell’area euro hanno velocemente mandato al tappeto l’euro, che durante ultimi giorni era apparso molto pimpante a seguito della pubblicazione di alcuni dati macro superiori alle attese. Nonostante ciò già dopo i brutti dati sul settore manifatturiero tedesco pubblicati ieri, l’euro ha cominciato a perdere forza e ad arretrare nei confronti delle major currencies. Il tasso di cambio euro/dollaro, che in mattinata si era avvicinato a quota 1,2570, si è sciolto come neve al sole precipitando sotto 1,2450. Ora nel mirino ci sono i minimi del 7 novembre posti a 1,2357.