I mercati sono in attesa di conoscere le stime autunnali da parte della Commissione Ue. Le aspettative riguardano una revisione al ribasso delle previsioni sulla crescita del Prodotto interno lordo.
Da Bruxelles, gli esperti hanno fatto sapere di voler ridurre la crescita dell’indicatore per l’intera Area dell’Euro portandolo da 1,7 a 1,1% e mantenendo il segno “+” davanti. La crescita delle attività economiche in Germania subirà un forte taglio. Lo stesso dicasi per l’Italia, che da -0,4% passerà a -0,6%. Chi fa passi in avanti è invece la Spagna, in virtù di una domanda interna in aumento e di una ripresa del mercato del lavoro. Ciò implicherà, con ogni probabilità, una crescita del Pil pari a 1,7% in confronto al 2,1% auspicato nel mese di maggio.
Tra le promosse, con un Pil che salirà del 4,6% quest’anno e del 3,6% l’anno prossimo, c’è anche l’Irlanda.
Per quanto concerne le valute, si registra un ulteriore calo dello yen sui mercati, per via delle decisioni della Bank of Japan nei giorni scorsi. Decisioni che nessuno si aspettava. Il board di amministrazione della Boj ha deciso di incrementare gli input monetari, allargando gli acquisti di titoli governativi per una somma che tocca i 30.000 miliardi di yen. Una decisione che ha spaccato in due la policy, e che conduce il total plan del QE su base annua a 80.000 miliardi di yen.
In confronto alle principali valute, si registra un calo della corona norvegese che perde l’1,50% contro l’euro, l’1,25% contro la sterlina l’1,25% e l’1% contro il dollaro statunitense. La divisa di Oslo appare notevolmente appesantita dal crollo reiterato dei prezzi petroliferi che attanaglia le sue sorti in questo periodo.