Il ‘gran giorno’ è arrivato. Da domani, lunedì 20 ottobre 2014, la Banca centrale europea inizierà ad acquistare i covered bond ovvero le obbligazioni garantite mediante le bance principali dell’Eurozona. Questa operazione, alla quale seguirà quella inerente all’acquisto degli Abs, si protrarrà almeno per un biennio. Si tratta, in potenza, di un affare da mille miliardi di euro.
L’Eurotower, dunque, concretizza una misura annunciata prima dell’estate. Una misura che per molti analisti costituisce un forte avvicinamento tra Banca centrale europea e quantitative easing. Lo scopo dell’operazione è stato comunicato da tempo: riportare l’inflazione ad un livello non lontano dai due punti in percentuale. I bond dovranno essere denominati in moneta unica europea e avere un rating equivalente almeno a ‘Bbb-‘. Sono comprese nell’operazione anche le obbligazioni di Paesi quali Grecia e Cipro, malgrado le loro difficoltà economiche.
Nella mattinata di venerdì, il membro francese del direttivo dell’Eurotower Benoit Coeure aveva dichiarato che i programmi di acquisto di asset sarebbero iniziati presto e sarebbero serviti per l’ampliamento del bilancio e per il miglioramento della trasmissione all’economia reale.
Nulla di molto diverso rispetto all’ormai famosa riunione di Napoli in cui la Bce aveva comunicato l’annuncio di prestiti cartolarizzati nel quarto trimestre e di covered bond a partire dalla metà di questo mese per almeno ventiquattro mesi. Parole di Mario Draghi, presidente dell’Eurotower, che aveva parlato di unanimità da parte del consiglio nella decisione per utilizzare ulteriori strumenti ovvero misure non convenzionali per sconfiggere l’inflazione bassa.
Gli analisti spiegano l’operazione con queste parole:
Gli acquisti di Abs e covered bond, per un universo potenziale di mille miliardi di euro, insieme alle aste di liquidità finalizzate a concedere credito alle imprese (le cosiddette Tltro), per Draghi dovrebbero però servire a espandere il bilancio Bce e quindi a sostenere la dinamica dei prezzi. Resta il fatto, ha ammesso, che le prospettive d’inflazione a medio e lungo termine sono peggiorate e vediamo che i rischi sono aumentati.