Punti di domanda, conferme e tensioni attanagliano i mercati nelle ultime settimane. Al momento, in atto, vi è una correzione tecnica.
Il resoconto degli ultimi movimenti salienti parte dalla decisione nottura della Reserve Bank of Australia circa il costo del denaro, mantenuto al 2,50%. Decisione che non si discosta dalle aspettative e che dunque non spiazza gli investitori. Le vendite del dollaro americano, intanto, a seguito della riapertura asiatica di ieri procedono di pari passo con le prese di profitto che seguono (e hanno seguito) i cali delle scorse settimane relativi a tutte le componenti del Dow Jones FXCM Dollar Index.
Punti di domanda, dicevamo…
Le Borse continuano a interrogarsi sul mantenimento dei prezzi, che sul fronte americano sono in una situazione di stallo dal punto di vista tecnico. Intanto, le materie prime si trovano ad essere sotto pressione malgrado gli ultimi rimbalzi tecnici correttivi cercati ostinatamente.
Persistono le correlazioni tra i biglietti verdi, ma al momento sono deboli e non si reiterano.
Così, stamane la valuta nipponica ha fatto segnare piccoli accenni di miglioramento nel cross con euro e dollaro su tutti i mercati. I dati sulla produzione tedesca hanno ‘appesantito’ la moneta unica europea, per una semplice ragione: tali dati indicano una flessione dell’output del 4%, fatta rilevare nel corso del mese di agosto. Ci si attendeva una riduzione minore, che arrivasse massimo all’1,5%.
Per quanto concerne il danaro statunitense, la valuta giapponese è in rimonta grazie alle dichiarazioni del premier Shinzo Abe relative agli svantaggi che una valuta debole potrebbe causare sull’economia e alle dichiarazioni rilasciate dal governatore della Banca del Giappone. Quest’ultimo non ritiene sufficiente aggiustare la politica monetaria nel caso in cui il tasso di inflazione salirà nuovamente verso il 2% a metà 2015.