L’attuale situazione sui principali listini è ricca di contrasto. I trend a medio e lungo termine sono ancora focalizzati al rialzo. Tuttavia, nel caso in cui si concentra l’attenzione sui trend a breve e medio termine l’esperienza e i grafici suggeriscono che il quadro va deteriorandosi. Ciò si verifica principalmente sui mercati del ‘Vecchio Continente’. Conviene, dunque, aprire posizioni long?
Negli ultimi 15 giorni, soprattutto a Milano, i venditori dominano la scena in confronto ai compratori. Fino a che questa prassi non sarà mutata non conviene aprire posizioni long, neanche a breve termine. Per gli investitori sarebbe un rischio eccessivo.
Gli esperti dunque consigliano di aprire posizioni short.
Nei casi di trend a medio e lungo termine, le quotazioni in base ai grafici si stanno trovando nel canale rialzista. Gli ultimi tracolli, compreso a quello di giovedì 2 ottobre successivo al meeting Bce di Napoli, non hanno scalfito di molto questa tendenza. Appare però difficile superare la soglia dei 2000 punti.
Senza dubbio, il crollo del 2 ottobre è stato pesante per molti mercati. I mercati hanno mostrato il giorno seguente cenni di rimbalzo, con contrattazioni che si sono concluse col segno ‘+’. Tuttavia, la battaglia tra chi compra e chi vende si è chiusa in pareggio, a dimostrazione che si trattava di una giornata inside dalla quale occorre prendere spunto.
Non è detto che nei prossimi giorni non si assisterà ad altre discese. Per quanto riguarda le candele per il medio e il breve periodo, il mercato indica formazioni di ‘testa&spalle’, specchio della tendenza positiva iniziata a partire dai valori minimi raggiunti nell’estate di due anni fa.