La telenovela scozzese continua, a colpi di sondaggi. Dei 4 usciti nel week end, uno ha dato i “si” in vantaggio di 8 punti sui “no”. Ma si tratta di un sondaggio operato via mail, con un campione assai ridotto (700 intervistati).
Gli altri, ovvero la Survation poll, la Opinium Poll dell’ Observer e la Panelbase survey del The Sunday Times mostrano i “no” in testa rispettivamente di 8, 6 e 2 punti spiega Marco Lastrico di Barabino & Partners S.p.A. A parte ciò, l’assottigliarsi dei margini ha prevedibilmente causato un ondata di commenti da parte di autorevoli editorialisti, ex parlamentari e altri politici ed economisti, tutti intenti a dipingere uno scenario catastrofico in caso di vittoria dei si. Fuga dei capitali e di banche e aziende estere e disinteresse della Bank of England per le necessità di politica monetaria del paese e dei suoi istituti bancari sono tra i principali spettri agitati dai vari soloni. Quest’ aggressia campagna dovrebbe infine convincere gli indecisi, e magari far ritornare sui suoi passi qualche indipendentista dell’ultim’ora, garantendo una vittoria ai no, con margine ristretto.
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Peraltro, con qualche titubanza, i mercati sembrano abbaracciare quest’ipotesi. Lo si nota dal fatto che il citato fiorire di scenari catastrofici non sta impattando sugli asset. Ne consegue che il sollievo per una vittoria del no sarà moderato, e la fiammata di volatilità in caso di vittoria dei si rilevante. FOMC, referendum scozzese e prima TLTRO ECB (eventualmente in ordine di importanza) continuano a tenere in scacco i mercati globali e la sterlina.