Non cambiano l’andamento dei listini azionari rispetto all’apertura settimanale dei mercati finanziari. Nel mercato forex il dollaro americano rimane la valuta forte, grazie ancora una volta la debolezza di yen e di dollaro australiano, materie prime in consolidamento e listini azionari che invece mostrano qualche preoccupante scricchiolio sul quale si attende qualche decisiva conferma tecnica.
In particolare l’attenzione dovrà essere indirizzata alla ricerca di configurazioni tecniche che su base giornaliera potrebbero offrire degli elementi piuttosto interessanti in ottica di vendita. Intanto l’indice globale S&P500 ha visto pochi movimenti nelle ultime due settimane di ridotta volatilità, rimanendo sui punti di massimo chiaramente con volumi piuttosto bassi e con la gran parte degli indicatori che sono andati in ipercomprato in assenza di nuovi massimi e che ora gettano segnali di swing ribassisti.
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Il range medio giornaliero a 14 periodi risulta molto ridotto e gli incrementi di ieri possono essere forieri di breakout di volatilità che sembrano poter essere orientati al ribasso laddove l’area di 1.985 punti dovesse cedere in maniera significativa per riportare l’indice verso i 1.965 punti e soprattutto i 1.945. Vanno attese conferme più chiare ma il quadro delineato porta con sé elementi tecnici non di poco conto spiega FXMC. Il Dax tedesco ha messo a segno, tanto per citare un altro esempio rilevante, un cosiddetto massimo di breve termine che con il cedimento di 9.690 punti può guidare ora il prezzo verso 9.610 punti in primo luogo e possibili estensioni verso 9.520. Situazione non troppo diversa quella dello UK100 su cui evidentemente pesano anche i venti secessionisti in Regno Unito e del quale va monitorato il livello di supporto a 6.800 punti, ed ancora più similare quella dell’Eurostoxx50 i cui approfondimenti al ribasso sembrano poter riguardare i target a 3.215 punti prima e 3.185 punti poi.