La Bce in questo momento mira a fare buona impressione, pur correndo il rischio forse di esagerare. Ewal Nowotny, banchiere austriaco, membro del consiglio direttivo della Bce, la scorsa settimana in un’intervista rilasciata al quotidiano di Monaco di Baviera Suddeutsche Zeitung, aveva sostenuto che gli stress test sulle banche europee dell’Eurotower, i cui risultati verranno diffusi questo autunno aiuteranno a accertare possibili necessità di capitale per i maggiori istituti di credito europei, potrebbero essere troppo duri.
Ma stando ad un sondaggio pubblicato da Ernst&Young il 93% degli istituti tedeschi sono certi che non ci saranno ricapitalizzazioni. Ma in Spagna è tutta altra cosa. Qui, al contrario, il 40% delle banche è pessimista. In Inghilterra soltanto il 17%. Ernst&Young ha consultato in maniera anonima 294 banche dei principali Paesi dell’eurozona. Nel totale più del 22%, circa un quarto, sembra essere preoccupato: 22 banche sono sicure che avranno bisogno di fondi in più, mentre 44 facilmente non escludono tale supposizione.Eppure il 60% delle banche esaminate da Ernst&Young dichiara di essere in crescita. Il che immancabilmente riconduce alla mente il tema sollevato da Nowotny quando ha detto di stress test forse esageratamente rigorosi.
> Quali caratteristiche valutano gli stress test europei
In ogni caso la Bce in questo momento mira a fare buona impressione, pur correndo il rischio forse di esagerare. Dal luglio 2013 a oggi gli istituti bancari dell’eurozona hanno pigliato più di cento milioni di euro dal mercato dei capitali. Circa 25 durante quest’anno. Il primo obbiettivo è quello di ripulire i bilanci. Ma le incognite rimangono fitte. A iniziare dal problema dei non performing loans. Il sistema italiano deve fare i conti oggi con almeno 160 miliardi di euro di crediti dubbi, stando a Bankitalia.