Per quello che concerne l’euro, naturalmente non si può prescindere dall’analisi e dalla valutazione dei dati che provengono dal suo paese core e cioè dalla Germania.
Ieri l’economic sentiment elaborato dall’istituto tedesco ZEW, che determina per l’appunto il sentiment degli investitori istituzionali tedeschi ha mostrato un 8,6 rispetto ad un dato atteso di 18,2 e soprattutto al dato precedente di 27,1, mentre l’Indice ZEW è stato comunicato in flessione al 44,3 rispetto al 61,8 precedente. Non buone notizie dunque sul fronte tedesco, che peraltro seguono quelle piuttosto negative della settimana passata su Produzione Industriale ed Ordinativi delle Fabbriche che nell’immediato avevano provocato considerevoli ed immediati effetti sul mercato, spiega DailyFx. Non ultima la nota dell’agenzia di rating Moody’s la quale, pur non mettendo in discussione la tripla A vista l’economia altamente competitiva e improntata alla stabilità, ha espresso perplessità circa la sostenibilità del welfare del paese dal momento che vi è un oggettivo calo della forza lavoro che si unisce ad una popolazione che invecchia sempre più.
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Dunque notizie che, come visto nei giorni scorsi, hanno avuto un impatto soprattutto sulla moneta unica che dopo la chiusura – e ci riferiamo in primis al cambio Eurodollaro – positiva di settimana su base giornaliera, ha ripreso il percorso ribassista ieri acuitosi proprio successivamente alle comunicazioni provenienti dalla Germania. Ed in mattinata seguirà il rilascio dell’Indice dei Prezzi al Consumo che su base mensile è atteso ad un +0,3%, mentre è 0,8% su base annuale. In un contesto europeo nel quale lo spettro della deflazione si aggira pericolosamente, con i periferici già di fatto in questa situazione, ed un Eurozona che ha fatto registrato un +0,4% nell’ultima pubblicazione, un dato anche solo leggermente le attese per quanto concerne la locomotiva d’Europa sarebbe, oltre che preoccupante per le implicazioni economiche più ampie, ma evidentemente per il valore dell’euro che dunque potrebbe tornare a deprezzarsi in maniera significativa e portare a rotture tecniche al ribasso del cambio Eurodollaro anche al di sotto della soglia di 1,33. Le aspettative circa un nuovo ed immediato interventismo da parte della BCE, vagheggiato da Mario Draghi non più tardi di una settimana fa, si farebbero dunque nitide e verrebbero verosimilmente prezzate.