Renzi sarà costretto fare i conti con la realtà di una crescita praticamente inesistente. Lle stime degli economisti di Confindustria, dicono che il Pil crescerà dello 0,2% nel 2014 e non dello 07% come in precedenza stimato. Le supposizioni del governo per un aumento dello 0,8% nel 2014 paiono sempre più irrealistiche e troppo ottimiste. Il rapporto del Centro Studi di Confindustria pone dubbi sulla capacità di Roma di rispettare gli impegni presi per portare il rapporto tra deficit e Pil al 3% senza ricorrere a manovre correttive straordinarie.
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“La salute dell’economia italiana resta fragile”, ha detto Luca Paolazzi, chief economist di Confindustria, durante una conferenza stampa a Roma. I prezzi sono ormai in zona deflazione. La risalita sarà lenta e l’inflazione scenderà nel 2014 allo 0,5% dal +1,2% del 2013 per poi risalire allo 0,9% nel 2015. Queste le previsioni del Centro Studi di Confindustria negli ultimi Scenari economici. “La crescita dei prezzi – osservano gli economisti – rimane sui ritmi attuali nei prossimi mesi per poi risalire molto gradualmente, sulla scia della ripartenza dell`economia italiana e della dinamica del Clup (costo del lavoro per unità di prodotto)”. Altro freno, poi, giungerà nell`intero biennio dalla discesa della quotazione del petrolio tradotta in euro.
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La forte frenata dell’ andamento globale dei prezzi e le attese di ribassi da parte dei consumatori “alimentano il rischio deflazione nel Paese”. Ma il Csc esclude il “materializzarsi di una deflazione conclamata in Italia, cioè di un processo prolungato e generalizzato di riduzione dei livelli dei prezzi”.