Nel rapporto del Fondo monetario internazionale redatto a fine della missione di monitoraggio Articolo IV a Washington si legge che negli Stati Uniti quasi 50 milioni di persone vivono in povertà e il tasso di povertà supera il 15% nonostante la ripresa in corso. «Per ridurre la povertà servirà innanzi tutto un ritorno più deciso alla crescita e alla creazione di posti di lavoro, ma altre politiche avranno un ruolo da giocare» dice il Fmi, facendo riferimento all’estensione delle coperture assicurative e a un’allargamento dei programmi di assistenza sociale. Stando al Fmi, il Governo americano dovrebbe far divenire fissi alcuni sgravi fiscali e «aumentare il salario minimo», come chiede anche il presidente Barack Obama.
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Il Fondo monetario ha anche tagliato le sue stime di crescita sull’economia Usa nel 2014 portandole dal 2,8% al 2%, a causa del «debole primo trimestre». Per il 2015 mantiene la crescita del Pil al 3%. Inoltre il Fmi attende che il tasso di crescita statunitense rimarrà intono al 2% per parecchi anni, «sotto la media storica». «Il debito pubblico Usa non è ancora su un percorso di sostenibilitá nel lungo termine e potrebbe tornare a crescere entro il 2018» dice l’Fmi nel rapporto in cui chiarisce «la pressante necessità di un accordo politico». Per mantenere l’impegno dell’amministrazione Obama deve assicurare un percorso di riduzione del debito, mette in risalto l’Fmi, è necessario un avanzo primario annuo dell’1,25% del Pil fino al 2023. Il rallentamento dell’economia dice l’Fmi è «solo temporaneo» e le prospettive future sono migliori.