La settimana scorsa, per quanto caratterizzata dalla festività del primo maggio che ha visto diversi listini europei chiusi e conseguente liquidità ridotta, è stata piuttosto importante sul fronte dei mercati finanziari laddove però gli impatti degli eventi significativi sui prezzi dei principali strumenti finanziari è stato molto limitato, spiega Davide Marone di DailyFx. Dopo infatti le comunicazioni delle decisioni in materia di politica monetaria da parte della Federal Reserve, tra le più dovish degli anni recenti, è stata la volta dei dati sul lavoro negli Stati Uniti che, sebbene piuttosto clamorosi e forieri di ottima volatilità nel brevissimo periodo, di fatto hanno mantenuto il quadro generale piuttosto inalterato.
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I dati di venerdì sul mercato del lavoro negli Stati Uniti hanno stupito gran parte degli osservatori economici e il gap con il consensus (ed è sempre più lecito chiedersi quali siano i criteri che portino i maggiori istituti finanziari internazionali a fornire stime sempre piuttosto lontane) è stato relativamente ampio; se infatti si attendeva la creazione di 218mila nuovi posti di lavoro, la release ne ha evidenziati ben 288mila mentre il dato precedente che si era attestato a 192k si è visto migliorato a 203k. Il tasso di disoccupazione è invece calato dal 6,7% al 6,3% con attese al 6,6%.
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Questo dunque l’aggregato di dati che può definirsi persino eccezionale per la situazione occupazionale degli Stati Uniti. Una lieve precisazione va fatta in relazione al tasso di partecipazione, ovvero sia al rapporto tra il totale della forza lavoro e la popolazione attiva in senso lavorativo: questo è tornato in calo dal 63,2% al 62,8% allo stesso livello dello scorso Agosto, ove però la disoccupazione era al 7,2%.