Sul versante americano invece occhi puntati sia sulle borse che sul dollaro (che ieri non ha reagito in maniera particolare sul dato) in quanto l’inflazione fa parte di quel panel di osservati speciali da parte della Fed. Attese per 1.6% sul fronte core (1.6% il precedente) e per 1.4% contro un passato 1.1% sul fronte puro, aspettativa che se dovesse essere rispettata potrebbe essere letta in maniera duplice dal mercato in quanto, di fronte ad un’inflazione in crescita potrebbero aumentare le aspettative di inasprimento di politica monetaria andando a pesare sulle borse, il che, secondo noi, spiega Matteo Paganini di DailyFX potrebbe essere comunque prematuro come discorso.
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Così scrivevamo ieri mattina e di fronte ad una release che ha mostrato un miglioramento, rispettivamente, a 1.7% ed a 1.5% il mercato è andato a reagire con vendite iniziali sul fronte azionario che poi hanno lasciato spazio ad un buon recupero come se ci si fosse accorti che un dato del genere sì, potrebbe andare a cambiare la aspettative della Fed, e quindi sul dollaro, ma non di certo ora.
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Potrebbe dunque essere il caso di poter assistere a quei tentativi di recupero che auspichiamo dall’ultimo sell off, con la solita prudenza che ci caratterizza nel valutare eventuali estensioni ribassiste, oltre quell’area di 1,810.00 più volte citata ma mai rotta. Quindi movimenti coerenti da parte delle borse, sia europee che americane, le quali sono andate a comportarsi come da attese, in quella che abbiamo definito una settimana chiarificatrice e che potrebbe cominciare a fornire degli spunti di riflessione interessanti. Tutti slegati, per il momento, da logiche correlative.