Nelle precedenti sedute di Borsa la caratteristica principale era stata la forte volatilità sui mercati valutari collegata ai molti eventi macroeconomici,la settimana corrente invece è contraddistinta dai pochi spunti.
Il cambio euro/dollaro ha acquistato una forza relativa notevole soprattutto nella giornata di giovedì scorso quando la BCE ha scelto di non intervenire sul mercato a sostegno delle attività economiche di Eurolandia. Il “no action” deciso dal Consiglio Direttivo guidato da Mario Draghi ha inviato importanti segnali alla comunità finanziaria che difficilmente la BCE promuoverà nuove misure non convenzionali per iniettare nuova liquidità nel mercato del credito spiega Filippo A Diodovich di Ig. Nella conferenza stampa successiva alla scelta sui tassi d’interesse Draghi ha bocciato molto velocemente la possibilità di interrompere la sterilizzazione del piano SMP (misura da molti ritenuta molto probabile anche con il consenso della Bundesbank).
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Per quanto concerne le altre banche centrali nelle prime ore della mattinata sono state annunciate le decisioni della Bank of Japan in materia di politica monetaria. Come ampiamente atteso la riunione del Board si è conclusa con un nulla di fatto. La BoJ ha continuato a ribadire il proprio impegno nel raggiungimento del target di base monetaria a 270 trilioni di yen (circa 2700 miliardi di dollari). Qualche mossa, a nostro avviso, sarà adottata solo in aprile, quando la tassa sui consumi sarà innalzata all’8% dall’attuale 5%. Fronte caldo rimane quello degli “emerging markets”. Nonostante il recente calo delle tensioni per la crisi in Ucraina si potrebbe assistere a un ritorno dei timori su un collasso del paese dopo il referendum previsto nel weekend in Crimea. L’eventuale annessione della penisola alla Russia potrebbe creare notevoli problemi al “nuovo” governo ucraino.