Concludono in contrasto le Piazze dell’Eurozona in una giornata caratterizzata dai scarsi volumi per la chiusura di Wall Street (Martin Luther King Day). Il calo più elevato è stato di Francoforte, a causa del tonfo di Deutsche Bank (-5,5%) dopo i conti sotto le attese.
> Dollaro sotto le pressioni di vendita speculativa
La notizia ha fatto scattare una serie di vendite sui titoli finanziari di tutta Europa, peggior performance settoriale oggi. La mancanza di appuntamenti importanti non ha poi favorito la seduta, con i volumi che sono rimasti fiacchi su tutti i mercati. Il resto della settimana non presenta dati di rilievo. Gli operatori torneranno a concentrarsi sulle trimestrali che arriveranno dagli Usa e sull’indice Zew sulla fiducia degli investitori in agenda domani. L’alto livello di P/E medio raggiunto sui principali indici potrebbe essere causa di correzioni forti se gli utili dovessero deludere le attese.
> Sterlina inglese, in recupero rispetto al dollaro Usa
In Italia, stanno affiorando un po’ di tensioni politiche che per ora non hanno avuto ripercussioni particolari sul comparto governativo. Gli operatori potrebbero tornare a valutare un possibile ritorno anticipato alle urne una volta modificata la legge elettorale. Intanto in Cina, la crescita dell’economia nel 2013 è stata del 7,7%. Si tratta del dato più basso dal 1999. Il governo continuerà a impegnarsi per portare su un percorso più sostenibile di crescita la seconda economia del mondo.
Valute: Eur/Usd, direzione rimane verso 1,33, Sterlina rimane molto forte in attesa minute BoE, commenta Vincenzo longo di Ig: Sul fronte valutario, recupera lievemente terreno l’euro sia verso dollaro che verso yen dopo i cali della scorsa settimana. La moneta unica ha beneficiato dell’assenza di dati macro e della chiusura delle borse Usa. Da domani però le vendite tornare a predominare. La rottura dei minimi da inizio anno a 1,3550 per l’Eur/Usd apre al raggiungimento del target collocato a 1,33 nelle prossime settimane.
Rimane molto forte la sterlina, che aspetta le minute della Bank of England e i dati del mercato del lavoro il prossimo mercoledì. Nei tre mesi sino a ottobre, il tasso di disoccupazione è sceso al 7,4%, avvicinandosi al target del 7% della BoE, al di sotto del quale l’istituto centrale potrebbe iniziare ad alzare i tassi di interesse. Anche le brillanti figure sulle vendite al dettaglio di dicembre lasciano pensare all’inizio anticipato di una politica restrittiva della Banca centrale britannica. Non possiamo escludere al momento che la BoE possa rivedere al ribasso questo target per allontanare l’aspettativa di un rialzo dei tassi che sta mettendo le ali alla divisa britannica e potrebbe creare una certa apprensione tra gli investitori.