Dopo le ultime giornate in cui il metallo ha ripreso un pò di vigore, le quotazioni sono risalite dai minimi toccati a 1.210 dollari per oncia. Le previsioni tuttavia rimangono ancora al ribasso.
Il metallo prezioso, sembra che abbia perso l’interesse da parte degli investitori che quest’anno hanno venduto molte delle posizioni aperte in precedenza quando ritenevano tutti che fosse il bene rifugio per eccellenza. Ma questa qualità non è venuta meno poichè come riserva di valore rimane ampiamente comprato dalle popolazioni orientali.
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La Cina ad esempio diventerà quest’anno il primo acquirente al mondo di oro superando l’India che in precedenza deteneva il record e stazionava al primo posto. Il prezzo del metallo giallo è risalito anche grazie ad una debolezza del biglietto verde la valuta del paese con la maggiore economia al mondo.
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Dal punto i vista macroeconomico dobbiamo monitorare attentamente le azioni che la Federal Reserve attuerà in merito alla riduzione degli acquisti mensili di Bond, e soprattutto i dati sull’inflazione che al momento è estremamente bassa. La visione è che l’enorme massa di liquidità immessa nel sistema, dalle Banche Centrali non venga utilizzata per favorire la ripresa dei consumi dal pubblico retail, quanto piuttosto sia indirizzata direttamente dagli operatori delle Banche d’Affari verso i mercati azionari, che si avvicinano verso l’area di ipercomprato.
In estrema sintesi, gli investitori cercano mercati più volatili, che offrano maggiori occasioni di trading di breve, piuttosto che rimanere in un mercato come quello dell’oro che notoriamente presenta una volatilità notevolmente inferiore rispetto agli azionari.