Negli ultimi tempi le materie prime hanno sperimentato una fase di recupero delle quotazioni, dopo aver messo a segno una performance decisamente negativa nei primi sei mesi dell’anno. Gli analisti finanziari hanno da tempo abbassato le stime sul prezzo medio dei principali metalli preziosi, in virtù delle attese di avvio del tapering della FED e ai minori rischi di inflazione di medio periodo. L’oro è salito sui massimi a due mesi, superando quota 1.400 dollari e totalizzando un recupero del 19% dai minimi dell’anno posti a 1.180 dollari.
Secondo gli analisti di Barclays, l’oro è favorito dall’ormai imminente inizio della stagione dei matrimoni in India, che insieme alla Cina è il principale consumatore al mondo del metallo prezioso. Nonostante il recente annuncio delle autorità indiane di alzare i dazi sull’import di oroe argento, la domanda dovrebbe restare elevata. Ad ogni modo la banca d’affari britannica non crede a una ripresa duratura delle quotazioni, che potrebbero così tornare a 1.200 dollari l’oncia entro la fine del terzo trimestre dell’anno per poi risalire a 1.325 dollari entro fine 2013.
Barclays non è l’unica banca d’affari ad avere una view negativa nel medio periodo sull’andamento del metallo giallo. Diversi broker e banche di investimento hanno tagliato le stime sui prezzi dell’oro, in quanto ormai sono venuti a mancare i presupposti sui quali si basava il precedente rialzo pluridecennale, come ad esempio le aspettative di bassi tassi di interesse, il piano di quantitative easing prolungato nel tempo, i rischi di inflazione nel breve-medio periodo.
La banca britannica ritiene che quest’anno il prezzo medio dell’oro sarà pari a 1.393 dollari, ma per il prossimo anno la stima viene ridotta a 1.310 dollari. Barclays si aspetta poi un nuovo deciso declino dei prezzi nel 2015, quando viene stimato una quotazione media di 1.190 dollari l’oncia. Barclays non ha una view positiva nemmeno sull’argento, sul quale il target medio al 2015si attesta a 17 dollari l’oncia.