Brusco stop nel processo di integrazione tra il gruppo Telecom Italia e 3 Italia. Il consiglio di amministrazione del gruppo telefonico milanese, riunitosi ieri sotto l’egida del presidente esecutivo Franco Bernabè, ha stabilito che non ci sono le condizioni per proseguire il progetto di integrazione con Hutchinson Whampoa, colosso delle tlc di Hong Kong controllato dal magnate cinese Li Ka-shing. In una nota societaria si legge che “non ci sono gli elementi necessari per avviare un negoziato”. A Piazza Affari il titolo Telecom Italia ha comunque chiuso in positivo.
Le azioni ordinarie del gruppo telefonico italiano hanno messo a segno un progresso dell’1,83% a 0,53 euro, restando però in un’area di prezzo non lontana dai minimi di 0,505 euro toccati il 20 giugno e che rappresentano i livelli più bassi degli ultimi 15 anni. In base ai rumors più accreditati, lo stop al progetto di integrazione con 3 Italia è la conseguenza diretta della necessità per Telecom Italia di focaalizzarsi su un altro dossier.
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Infatti il gruppo di tlc guidato da Franco Bernabè vorrebbe concentrare le sue forze sul progetto di scorporo della rete, per cui l’integrazione con 3 Italia al momento passerebbe in secondo piano. Tuttavia, secondo alcune indiscrezioni di stampa, ci sarebbero state divergenze con H3G sulla determinazione del prezzo di fusione. Ad ogni modo lo stop alla trattativa non è del tutto inatteso.
I negoziati erano giunti a un punto morto già da diverso tempo e sembra che H3G avesse già iniziato a guardarsi intorno per cercare un altro player per consolidare la sua posizione nel settore telefonico italiano, probabilmente con Wind. Gli esperti ritengono, però, che il driver più importante resta lo spin-off della rete d’accesso ed è qui che con tutta probabilità si concentrerà l’attenzione degli operatori di mercato per la corretta valutazione delle azioni Telecom Italia.