Il rischio-liquidità sulla Cina sembra essere temporaneamente rientrato, anche se gli investitori temono sempre che le autorità monetarie cinesi siano nella condizione di poter far poco per normalizzare la situazione sul mercato interbancario ed evitare il credit crunch per il gigante asiatico. Stamattina, però, la borsa nipponica ha messo a segno un rimbalzo tecnico vicino al 3%, favorendo la discesa dello yen. Sul forex il tasso di cambio dollaro-yen è tornato sopra quota 98, restando inserito all’interno di una fase di congestione.
La People’s Bank of China ha dichiarato di essere pronta a immettere liquidità nel sistema per evitare il credit crunch, ma solo se la situazione dovesse precipitare. Gli investitori hano apprezzato le parole della PBOC, rallentando anche il ritmo delle vendite sulla borsa di Shanghai. Secondo Minori Uchida, chief currency analyst per Bank of Tokyo-Mitsubishi UFJ, “il tiepido rialzo del biglietto verde indica che il mercato rimane in allerta per possibili ribassi”.
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Sul forex lo yen sta alternando improvvise discese a decise risalite, in un clima di forte volatilità. Secondo il parere di Uchida, “il maggiore fattore di rischio è la Cina”, per cui questo dovrebbe essere il driver in grado di muovere il cross dollaro-yen sul forex nei prossimi giorni. L’esperto ritiene che sia ancora troppo presto per affermare che il mercato cinese abbia ritrovato stabilità, per cui non va escluso uno scivolone del cross dollaro-yen a 96 nel breve termine.
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Secondo Yuji Saito, director of foreign exchange di Crédit Agricole, il tasso di cambio dollaro-yen potrebbe ricevere un sostegno dalla conclusione delle prese di profitto di metà anno, ma anche dalla discussione sulla possibilità di vendere yen per creare fondi fiduciari attraverso i quali investire oltreoceano. In base agli ultimi dati resi noti dal Ministero delle Finanze giapponese, gli investitori del paese del Sol Levante hanno venduto quasi 1.190 miliardi di yen di bond stranieri nella settimana che si è conclusa il 22 giugno.