L’aumento di capitale di RCS MediaGroup, pari a 421 milioni di euro (400 milioni per le azioni ordinarie e 21 milioni per le azioni risparmio) si chiuderà il prossimo 5 luglio. I diritti di opzione saranno, invece, negoziabili fino al 28 giugno. Per i diritti Rcs c’è stato un nuovo crollo venerdì. Il valore è sceso a 0,1 euro per una perdita giornaliera del 10,79%. Il giorno prima c’era stato un crollo del 52,34%, mentre mercoledì il valore era diminuito addirittura del 144%. La Consob ora vuole vederci chiaro.
L’istituto di vigilanza di borsa, guidato da Giuseppe Vagas, ha chiesto a tutti i soci del gruppo editoriale di via Rizzoli di chiarire la propria posizione sulla ripatrimonializzazione. Giuseppe Rotelli, tramite la sua finanziaria Pandette Srl, ha comunicato di aver venduto 2,1 milioni di diritti di opzione il 20 giugno e altri 2,55 milioni diritti di opzione il 21 giugno. Complessivamente Rotelli ha “scaricato” sul mercato ben 4,6 milioni di diritti.
► AUMENTO DI CAPITALE RCS NON SOTTOSCRITTO DA ROTELLI
Rotelli era titolare di circa 14,3 milioni di diritti di proprietà, senza contare altri 3,8 milioni di diritti legati allaquota in opzione dal Banco Popolare. Al momento l’imprenditore di Pavia ha valorizzato poco più del 32% del suo portafoglio di opzioni, quindi non tutto il pacchetto come indicato da diverse agenzie di stampa. Ad ogni modo Pandette venderà sicuramente il resto dei diritti, in quanto è stato già comunicato che Rotelli non sottoscriverà l’aumento di capitale.
Resta da chiarire, quindi, chi ha generato il boom di volumi sui diritti, considerando che in tre giorni sono stati già scambiati più di 37 milioni di pezzi. In tutto le opzioni che non dovrebbero essere esercitate sarebbero 34,5 milioni. Finora risulta che nessun altro, oltre a Rotelli, abbia cominciato a cedere i diritti. Le conferme sono arrivate già da Pirelli, Edizione Holding, Mittel e Banco Popolare.