L’agenzia di rating Standard & Poor’s ha fissato il suo giudizio sul bond ibrido che il colosso elettrico italiano Enel lancerà nei prossimi giorni. Il rating è BBB-, due gradini in meno rispetto al credit rating assegnato al gruppo. I due notches in meno riflettono il rischio implicito in questa tipologia di emissione obbligazionaria, ovvero il fatto che si tratta di un prodotto subordinato e che il pagamento della cedola può anche essere posticipato. In caso di default, i titolari del bond vengono risarciti dopo altri creditori.
Secondo gli analisti finanziari di Standard & Poor’s, il rischio relativo alla possibilità di posticipare il pagamento degli interessi sul bond è molto basso. Tuttavia, se le possibilità di posticipo del pagamento devessero aumentare, S&P sarebbe pronta a tagliare il rating dall’attuale livello BBB-. L’agenzia di rating americana ha fatto sapere che il bond ibrido sarà classificato al 50% come debito e al 50% come equity.
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In questo modo sarà ridotto l’impatto sulla posizione finanziaria del colosso dell’elettricità italiano, guidato da Fulvio Conti, per ciò che concerne la definizione del rating. Questa classificazione sarà però valida fino alla prima finestra temporale per il rimborso del bond. L’emissione ha una durata fino al 2073 e avverrà in euro, dollari e sterline. La tranche in euro sarà la più consistente: qui la prima call per il rimborso è prevista per il 2019.
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Per l’emissione in sterline la call è attesa per il 2020, quella in dollari per il 2023. Tra 6 anni la tranche denominata nella moneta unica sarà quindi classificata completamente come debito e poi via via tutte le altre tranche. Entro metà giugno Enel dovrebbe emettere qualcosa come 2-3 miliardi di euro. Lunedì 3 giugno parte il road show internazionale. Il rendimento del bond è stimato tra il 5% e il 6%: dopo 10 anni dall’emissione aumenterà di 25 bps e dopo 20 anni di 75 bps.