La scorsa settimana è stata molto negativa per il dollaro australiano, che ha perso il 3% nei confronti del biglietto verde a seguito della decisione della Reserve Bank of Australia di tagliare i tassi di interesse al minimo storico del 2,75%. Il tasso di cambio Aud/Usd è passato da 1,03 fin sotto la parità, toccando il livello più basso da metà giugno 2012 a 0,9960. Soltanto le prese di beneficio sul finire della settimana hanno consentito all’Aussie di tornare sopra la parità, ma ora l’appeal del dollaro australiano sul forex è a rischio.
Per capire quanto sia debole la moneta australiana basta osservare l’andamento della scorsa ottava nei confronti dello yen giapponese, finito ancora una volta sotto i riflettori per una nuova pesante svalutazione nei confronti delle major currencies. Il cambio Aud/Jpy, però, ha chiuso la scorsa settimana con una leggera flessione dello 0,35%. Insomma, la valuta australiana non riesce a salire nemmeno contro la divisa più debole sul forex.
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A mettere sotto pressione il dollaro australiano è il timore relativo alle prospettive di crescita, che qualche giorno fa sono state tagliate dal governo di Sidney per l’anno in corso. Il taglio del costo del denaro della RBA ha accelerato il movimento ribassista dell’Aussie. Secondo gli economisti il problema maggiore è legato al fatto che il decennio di crescita legato al boom minerario sia ormai giunto al capolinea.
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Il rischio è stato avanzato dalla stessa banca centrale australiana. A questo punto, per risollevare l’economia, diventata negli anni troppo dipendente dall’andamento della vicina Cina, la RBA potrebbe tagliare ancora i tassi nei prossimi mesi riducendo l’appeal del dollaro australiano, che fino ad oggi è sempre stato considerato come una valuta pregiata ad alto rendimento e un’ottima soluzione di investimento per diversificare il rischio valutario.