I titoli di stato italiani potrebbero aver corso troppo, andando al di là dei fondamentali economici del paese. L’allarme arriva da Axa Investment Managers e più precisamente da Chris Iggo, numero uno degli investimenti global fixed income del colosso finanziario. Il guru di Axa IM sottolinea che “i rendimenti, sia in Spagna che in Italia e altrove nella periferia euro, sono ancora molto superiori al tasso atteso di crescita del Pil nominale dei prossimi anni”. Gli spread di Italia e Spagna sono ormai ai livelli di inizio 2012.
Lo spread Btp-Bund quota a 265 punti con tasso Btp ai minimi dal 2006, mentre lo spread spagnolo è intorno a 285 punti base. Sia la Spagna che l’Italia sono riuscite a raccogliere denaro in modo piuttosto agevole, favorite dal contesto di mercato decisamente favorevole per la periferia europea, grazie alla ricerca di rendimento degli investitori e al paracadute d’emergenza offerto dalla Bce in caso di “scenario peggiore” per l’area euro.
I costi di finanziamento sempre più bassi dovrebbe consentire a queste economie una maggiore ripresa, ma allo stesso tempo Axa IM preferisce adottare un atteggiamento più prudente e di aspettare prima di dare un giudizio definitivo. Secondo Iggo, “le dinamiche del debito sono scadenti. Inoltre la crescita è assente”. Bisogna poi considerare i drammatici problemi di disoccupazione per i due paesi e l’outlook negativo sulla crescita futura.
L’esperto si aspetta che gli investitori aumenteranno gradualmente l’esposizione sull’azionario, in quanto i rendimenti obbligazionari potrebbero non scendere ulteriormente. Anche se i titoli di stato area euro in “bull market”, ieri sono scattate le prese di beneficio sui bond della periferia europea: lo spread italiano si è avvicinato nuovamente a 270 punti base, quello spagnolo ha sfiorato 290.