Il mercato obbligazionario dell’area euro, che include sia i paesi “core” (quelli più sicuri come Germania, Francia, Olanda, Austria e Finlandia) che quelli “periferici” (Piigs & co.), continua a evidenziare un poderoso bull market che ormai si protrae da fine luglio scorso, ovvero quando Mario Draghi ha rassicurato gli investitori internazionali sull’irreversibilità dell’euro. Stamattina in asta il rendimento delle Letras spagnole a 3 mesi è sceso allo 0,12% ai minimi dal 2009, mentre lo spread Btp-Bund è sceso a 278 punti ai minimi da novembre 2010.
Il rendimento del Btp decennale è sceso sotto il 4%. Ieri i tassi sui bond pubblici italiani a due anni hanno toccato il minimo storico dell’1,267%. Ciò vuol dire che le quotazioni sono in costante crescita. In certi casi la rinascita dei bond governativi di alcuni paesi dell’area euro ha del sensazionale. Si pensi all’Irlanda, che è stato uno dei paesi costretti a chiedere gli aiuti per evitare la bancarotta.
► RENDIMENTO CONTI DEPOSITO VINCOLATI 2013
Oggi il decennale di Dublino paga il 3,7%, meno del Btp a dieci anni che rende il 4% circa. La Francia, paese dell’eurozona “core”, ma spesso in bilico per i problemi legati alla crescita e alle finanze pubbliche in disordine, ha uno spread di appena 50 punti con la Germania (Oat decennale all’1,8%). Il boom dei bond pubblici dell’area euro è dovuto al fatto che i rendimenti dei paesi più sicuri (USA, Giappone, Regno Unito) sono sempre più schiacciati verso lo zero, a causa di politiche monetarie eccessivamente espansive.
► DETTAGLI ASTA CTZ E BTP€I 24 APRILE 2013
Nell’eurozona la Bce non persegue politiche monetarie di questo tipo, per cui i tassi restano ancora alti rispetto alla media dei paesi occidentali, attraendo i grandi investitori internazionali a caccia di rendimenti: fondi pensione, hedge funds, compagnie assicurative. Tuttavia, mentre la finanza sorride, l’economia piange stretta nella morsa dell’austerity.